Il contesto
Attualmente più del 60% della popolazione mondiale risiede in aree urbane soggette a densa, spesso sregolata, urbanizzazione, con la conseguente massiva occupazione ulteriore di suolo e densificazione. Questa percentuale è destinata a crescere ancor più rapidamente e raggiungere l’80% nei prossimi decenni, secondo uno studio delle Nazioni Unite. Il rapido cambiamento urbano non deriva solamente dall’ampliamento dei contesti edificati, ma anche da un loro necessario adeguamento rispetto alle nuove funzioni che la città riveste ed alla moltitudine e contemporaneità di servizi che necessariamente deve (anche velocemente) saper ospitare in epoca contemporanea. Le attività antropogeniche che si svolgono in una tipica città del XXI secolo devono favorire, od almeno assecondare, sia le classiche che le più moderne necessità dei cittadini e delle istituzioni ma al tempo stesso sono responsabili di un aumento dell’inquinamento del contesto urbano sotto vari aspetti fra loro estremamente correlati:
• inquinamento dell’aria, • inquinamento acustico ed • inquinamento microclimatico, spesso nominato “isola di calore”, che appunto consiste nella generazione di temperature elevate estreme con conseguente rischio per la salute umana soprattutto per le categorie più vulnerabili della popolazione. Queste tre tipologie di inquinamento sussistono sia in contesti edificati di nuova generazione che, ancor più intensamente, in contesti già esistenti o di carattere storico, di per sé minormente permeabili rispetto a strategie di mitigazione come quelle del verde urbano, della progettazione di corsi d’acqua o barriere acustiche. Non rimane altro quindi che progettare delle superfici urbane, intese come strade, piazze ed involucri degli edifici, ANCHE GIÀ ESISTENTI, che possano intrinsecamente abbattere queste tre forme di inquinamento e, ancor di più, migliorare la sostenibilità ambientale dell’inarrestabile processo di densificazione. In questo quadro, il progetto si propone di sviluppare e testare per la prima volta delle superfici di involucro urbano pedonabili, od anche carrabili, o per il rivestimento dei fabbricati che siano in grado di: • riflettere maggiormente la radiazione solare, mantenendosi più fresche durante la stagione estiva e contribuendo così ad abbattere |
il sovrariscaldamento urbano quando più pericoloso;
• assorbire il rumore ambientale e quello generato da traffico veicolare, minimizzando l’”isola di rumore”; • auto-pulirsi e purificare l’aria, in grado cioè di innescare la reazione fotocatalitica che permette l’abbattimento degli inquinanti tipici delle aree antropizzate, generate dalle emissioni di veicoli e degli impianti civili. La soluzione fisica per ciascuna di queste tre problematiche già esiste scientificamente, ma questo progetto si propone non solo di combinare tali strategie in un’UNICA SOLUZIONE da sviluppare sia per le pavimentazioni che per gli involucri edilizi, ma si propone di raggiungere questo obiettivo anche utilizzando materiali di scarto e riciclo provenienti da altre lavorazioni od altri settori, quali per esempio il settore delle costruzioni edili e dei processi civili, delle macchine industriali, dell’automobile e dell’industria alimentare. Ciascuno di questi settori, in un’ottica centrata nell’approccio di SIMBIOSI INDUSTRIALE NEL CONTESTO URBANO fungerà da fornitore di materia prima e risorsa umana per la nuova superficie intelligente, la quale permetterà di completare il flusso di ECONOMIA CIRCOLARE e SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE essendo poi a sua volta, completamente riutilizzabile e riciclabile per la realizzazione di altrettanti materiali per l’edilizia o inerti od infrastrutture, implementando così operativamente sia dal punto di vista ambientale che tecno-economico il processo di generazione dal territorio a vantaggio del territorio stesso.Clicca qui per modificare. |
Urgenza e motivazione
Tali fenomeni vengono spesso identificati semplicisticamente con il marchio dell’”isola di calore urbana”. Nonostante il nome indichi il solo fattore termico, che caratterizza gli ambienti antropizzati come più caldi rispetto ai circostanti spazi verdi più permeabili, il fenomeno delle isole urbane in realtà riguarda anche l’estrema concentrazione di un’ampia varietà di inquinanti: di tipo acustico e chimicoambientale ad esempio, responsabili dell’aumento di vulnerabilità a cui le popolazioni urbane sono più soggette rispetto a quelle che vivono in aree in cui il consumo di suolo è meno stressante.La rapida evoluzione dei contesti urbani sia moderni che storici implica l’implementazione di un’urgente reazione sinergica da parte di tecnici, scienziati, istituzioni pubbliche e private al fine di migliorare la qualità della vita della grande maggioranza dei cittadini che vi risiedono o dove svolgono le principali attività socio-culturali e lavorative. I 17 obiettivi delle UN riguardano i pilastri dello sviluppo sostenibile che, più o meno direttamente, possono essere sorretti da una gestione inclusiva, efficiente di tutti i processi antropici, la gran parte dei quali avviene in contesti urbani in rapida evoluzione.
Tuttavia, le attività antropiche svolgono un ruolo determinante nella modifica del contesto |
urbanizzato, della sua qualità ambientale e vivibilità, della sua sostenibilità ambientale e quindi anche della salute dei suoi cittadini. Il livello di salute risulta infatti strettamente correlato a fenomeni riguardanti il cambiamento climatico su scala urbana, ad oggi confermati e validati da centinaia di pubblicazioni e report scientificamente riconosciuti dalle comunità di ricercatori. Appare chiara quindi l’urgenza di proporre delle soluzioni integrate, sinergicamente attive per fronteggiare questi fenomeni, che costituisce quindi la motivazione di SOS CITTà, finalizzato a sviluppare delle superfici che abbattano tutte le principali forme di inquinamento ambientale urbano, e che al tempo stesso valorizzino l’industria locale ed il riuso di materiali da scarti di lavorazione, al fine di raggiungere anche quella circolarità delle risorse e dell’economia di cui necessitiamo per mettere in campo meccanismi veri di simbiosi industriale e civile.
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Gli obiettivi
OS CITTÀ si pone quindi concretamente come principale obiettivo quello di sviluppare e caratterizzare sia in laboratorio che in un campo sperimentale dedicato presso il Campus di Ingegneria una innovativa tipologia di pavimentazioni, che consentano di
• rimanere freschi rispetto ai classici asfalti sul mercato, • abbattere il rumore ambientale dovuto sia al traffico veicolare che ad altre sorgenti antropiche, • purificare l’aria mediante reazioni fotocatalitiche superficiali, abbattendo così gli ossidi dannosi per la salute generati dalle emissioni di veicoli ed impianti civili, • riutilizzare materiali di scarto provenienti da altre lavorazioni civili ed industriali, incorporati in leganti naturali e forniti da aziende locali, di natura sia bio-composita che cementizia, data la tradizione industriale umbra in questo settore, fortemente compromesso dalla recente crisi delle costruzioni. I 4 obiettivi principali si articolano attraverso altrettanti obiettivi intermedi che consistono nella selezione delle materie prime e di riciclo/riuso, |
provenienti soprattutto da scarti di lavorazione di industrie locali sia nel settore delle costruzioni che da quello dell’agri-food. In particolare, si selezioneranno tipologie cementizie e/o bituminose modificate ed aggregati di scarto o provenienti da depositi locali, bio-leganti fluidi (poliolefinici anziché bituminosi), ed altri componenti fra cui scarti di potature (biomasse di scarto e lignina residua da processi di produzione di biocarburanti e bioplastiche) e dell’industria della nutrizione, come l’olio di palma od i grassi animali, dei quali si sfrutterà la capacità di cambiamento di fase a temperatura ambiente per il raffrescamento passivo delle pavimentazioni sotto-superficie.Clicca qui per modificare.
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I rapporti con i partner aziendali
LA COLLABORAZIONE CON AZIENDE PRODUTTRICI LOCALI E LA MUNICIPALITÀ DIMOSTRA INFINE L’INTERESSE PROATTIVO FIN DA SUBITO A SUPPORTARE LA RICERCA FINALIZZATA AD IMPLEMENTARE UN VERO MECCANISMO DI ECONOMIA CIRCOLARE E SIMBIOSI INDUSTRIALE EFFETTIVA, DALLO SVILUPPO IN LABORATORIO ALL’INSTALLAZIONE IN CAMPO, DOVE SI POTRANNO QUANTIFICARE I BENEFICI IN TERMINI DI BENESSERE AMBIENTALE (TERMICO, ACUSTICO, LUMINOSI, DI QUALITÀ DELL’ARIA) E MITIGAZIONE DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO, GRAZIE ALLE POTENZIALITÀ DI ABBATTIMENTO DELL’INQUINAMENTO E DEL CALORE ACCUMULATO.
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